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Grafica - Studio di loghi - Marketing grafico

Il principale quesito che ci si pone quando si realizza un'etichetta è – Cosa devo scriverci?
Tralasciando i casi dove l'etichetta è esclusivamente un mezzo per comunicare informazioni di legge o relative al prodotto
,
affrontiamo il tema del LOGO e di come deve essere realizzato.
Per prima cosa prendiamo spunto dalla grandi marche e ci accorgiamo subito che i nomi più famosi hanno loghi molto semplici e allo stesso tempo efficaci.

Tutti i grandi marchi mondiali sono tendenzialmente riprodotti ad un solo colore questo perché la forma è molto più efficace dei colori.

Immaginate di essere in un prato fiorito e trovare un fiorellino giallo in mezzo a migliaia di fiori dalle tonalità cromatiche simili. L'impresa risulterà essere molto difficile! Eppure il fiore ricercato, preso a se stante, è molto bello; il problema è che si confonde con gli altri.
Sarà molto più facile individuare in un prato un masso, un albero, una particolare costruzione o restando sul piccolo una farfalla o un fiore dalle fattezze particolari.
Un esempio fra tutti vine da una nota marca di computer che nel corso degli anni, resasi conto del madornale errore della mela morsicata a colori, ha optato per una più semplice silhouette monocromatica. Questo non vuol dire che non debbano essere usati i colori ma il logo deve essere efficace in bianco e nero per essere riprodotto su uno svariato tipo di supporti. Una vetrina, un'insegna metallica un'etichetta etc.
Curve, linee ed elementi grafici devono essere studiati attentamente e devono essere ricchi di significati, anche occulti al consumatore finale, che diano un'armonia fra il contenuto, l'azienda e il logo finale.

Una nuova tendenza dell'etichettatura è quella di catturare l'attenzione del cliente ed obbligarlo a leggere per capire di che prodotto si tratta effettivamente. Questa tecnica ha due vantaggi, il primo è quello di far individuare con facilità la marca e scaturirne una curiosità, il secondo è quello di far prendere in mano il prodotto al consumatore finale.
Questa tendenza è particolarmente evidente nelle etichette cosmetiche dove a fronte di un marchio noto Es. PIPPO costringo il cliente a leggere l'uso del prodotto. Una volta che il prodotto è in mano al possibile cliente è molto più facile che lo ponga nel carrello... anche solo per provarlo.

Parliamo ora di un'etichetta semplice di soli 2 cm x 3 cm, un'etichetta chiudi pacchetto o che deve essere apposta su un piccolo oggetto in questo esempio una bomboniera o un oggetto in vetro.
Il primo obiettivo che dobbiamo porci è quello che l'etichetta sia perfetta, esente da difetti di stampa e che dia l'immagine pulita del negozio.  In questo caso va scritto il tipo di attività svolta, es. bomboniere, il logo, l'indirizzo e il numero di telefono e/o il sito web o e-mail.
Il logo deve essere ben visibile e, nel caso si usi un Font (Carattere) particolare questo non deve assolutamente comprometterne la leggibilità. Per quanto riguarda le altre indicazioni il carattere da usare dovrà essere il più semplice possibile in modo che se anche stampato in piccolo sia perfettamente leggibile.
Se l'etichetta è apposta direttamente sul prodotto, oltre ad avere le caratteristiche sopra elencate, dovrà essere poco invasiva e armonizzarsi col prodotto stesso in modo che difficilmente l'utente finale la stacchi. Questo è particolarmente vero per il settore della vetreria d'arte, dove l'etichetta viene apposta in una zona poco visibile del prodotto ma l'accompagnerà per lunghissimi anni anche dopo l'acquisto.

Inutile sottolineare e ripetere che l'etichetta deve essere perfetta, sbavature di stampa, fustellatura imprecisa e materiali poco pregiati compromettono tutti i significati che l'etichetta deve trasmettere.




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